Salute

Per evitare l’import di sangue basta la legge

Le associazioni di donatori sul piede di guerra: la norma è in Parlamento da oltre un anno. E così per coprire il fabbisogno italiano si deve ricorrere al mercato estero

di Redazione

Basta tergiversare. Il Parlamento deve approvare al più presto la legge di riforma del sistema trasfusionale, lo chiedono le 4 principali associazioni italiane di donatori di sangue (Avis, Croce Rossa, Fidas e Fratres) stanche di sapere ferma da un anno presso la Commissione affari sociali della camera il disegno di legge C/71. Questo provvedimento aggiornerebbe alle nuove esigenze la precedente normativa 107/90 in materia di trasfusioni e sicurezza del sangue, una legge che non è mai stata pienamente attuata e che è subito ?invecchiata? per il subentrare nel 1992 della Riforma del sistema sanitario nazionale. L?onorevole Antonio Mangiacavallo , sottosegretario alla sanità con delega per i problemi del sangue rispondendo alle associazioni ha spiegato perché la legge è rimasta ferma. La Commissione bilancio della Camera ritiene che non ci sia sufficiente chiarezza nell?impianto normativo su come e da quali risorse di bilancio si potrebbero reperire quei 120 miliardi per un triennio necessari a finanziare le iniziative previste dalla legge. Una notizia che ha lasciato perplesse le associazioni. La difficoltà sarebbe quella di trovare nel bilancio dello Stato la somma irrisoria di 40 miliardi annui. Ma di questa legge c?è bisogno al più presto, insistono le associazioni, perché finalmente si realizzerebbe in Italia il ?sistema sangue?, un meccanismo cioè che comprenda una vera organizzazione e un coordinamento sul territorio ma anche estese e sistematiche campagne di sensibilizzazione che facciano aumentare il numero di donatori periodici, solidali e responsabili. Solo così si raggiungerebbero i due obiettivi di autosufficienza e di sicurezza del sangue. Non si dovrebbero quindi più importare 400.000 unità dall?estero per raggiungere il fabbisogno nazionale di circa 2.300.000 unità di sangue intero e si ridurrebbe il ricorso alle donazioni occasionali (che rappresentano 500.000 unità sulle 1.900.000 raccolte in Italia). Mangiacavallo ha promesso il suo impegno affinché la legge venga votata direttamente dalla Commissione affari sociali in sede deliberante. Sarà la volta buona? (B.F.)


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